PAOLO MARIA SCUDERI
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3/5/2019 0 Commenti

Così è (se vi pare).

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Se si pensa a Luigi Pirandello, una delle opere che viene in mente è proprio questa, probabilmente la più significativa. 
Siamo agli inizi del Novecento ed è tratta dalla novella “La signora Frola e il Signor Ponza suo genero”, in un periodo in cui decadono gli ideali borghesi.
Sabato 4 e domenica 5 maggio, la compagnia T​eatro Simposio ne darà una rappresentazione teatrale al Litta di Milano, con la regia di Francesco Leschiera.  
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Trama:
L’opera di Pirandello inizia con l’arrivo in una cittadina di provincia di una strana famiglia che suscita i pettegolezzi degli abitanti del paese e che scampa miracolosamente al terribile terremoto della Marsica. Si tratta del Signor Ponza e della suocera, la Signora Frola, e della moglie del signor Ponza, mai avvistata veramente da nessuno, ma comunque sulla bocca di tutti. Il trio viene così trascinato nei vari pettegolezzi sorti in paese. Il Signor Ponza e la sua coniuge vivono in periferia, mentre la Signora Frola vive in un’abitazione sita in centro città.
Corre voce che il Signor Ponza sia raffigurato come un “mostro” che impedisce alla Signora Frola di vedere la figlia tenuta chiusa a chiave nella propria abitazione. Nessuno, in paese, riesce a spiegarsi il perché. Alla discussione prendono parte, in fase iniziale, la Signora Amalia Agazzi, sua figlia Dina e il fratello Lamberto Laudisi, ma in seguito una schiera di amici si ritrova nel salotto di casa Agazzi per tentare di risolvere la questione e scovare la verità su questa strana famigliola. Solo il cognato Laudisi difende a spada tratta i nuovi arrivati, dichiarando l’impossibilità di conoscere realmente gli altri e, più in generale, di comprendere la verità assoluta.
Nel tentativo di risolvere l’enigma, il consigliere Agazzi organizza addirittura delle ricerche in Prefettura per cercare dei documenti che possano testimoniare a favore del Signor Ponza o della Signora Frola, ma ogni documento è andato distrutto durante il terremoto; infine, esausto della situazione, programma un incontro tra suocera e genero, ma ne derivano solo scene di concitata violenza. Vengono quindi interrogati la Signora Frola e il Signor Ponza ma con scarsi risultati e generando un’ulteriore confusione tra i presenti alla discussione. La Signora Frola si giustifica all’interrogatorio, affermando che suo genero è pazzo e crede di essere rimasto vedovo e di essersi risposato con un’altra donna che non avrebbe nessuna parentela con lei; dall’altra parte, il Signor Ponza sventola ai quattro venti la pazzia della suocera.
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La Signora Frola sarebbe impazzita a causa della perdita della figlia Lina, sua prima moglie, e attualmente sarebbe convinta che Giulia (la sua seconda moglie) sia la sua attuale figlia, purtroppo scomparsa prematuramente. Per questo motivo, i due coniugi avrebbero messo in atto una serie di precauzioni per tener viva l’illusione nella donna. Le due versioni contrastanti generano ancora più confusione. Non resta allora che interrogare la Signora Ponza.
Nell’ultimo atto, dopo una vana ricerca di prove certe tra i superstiti del terremoto, a casa di Agazzi arriva la moglie del Signor Ponza, l’unica in grado di risolvere l’enigma, nel tentativo estremo di far conoscere a tutti la verità. Ma anche la Signora Ponza genera confusione: con il viso coperto da un velo nero, ribadisce di essere al contempo sia la figlia della Signora Frola che la seconda moglie del Signor Ponza, lasciando tutti nello sconcerto e affermando di non essere nessuna: "Io sono colei che mi si crede", non svelando a nessuno la sua vera identità.
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In ultimo interviene Lamberto Laudisi che, dopo una sonora risata che lascia tutti attoniti, con uno sguardo di sfida derisoria nei confronti di tutti i presenti, chiude la scena con la seguente frase: “Ed ecco, o signori, come parla la verità! Siete contenti?“, lasciando ancora l’enigma irrisolto.
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Il Cast:
Alessandro Macchi
Antonello Antinolfi
Maria Sandrini
Raffaella Di Palma
Carolina Francione
Dario Migliavacca
Guido Pozzari
Gianni Casserà
Michela Carnevale
​Francesca lemma 
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© Paolo Maria Scuderi