PAOLO MARIA SCUDERI
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26/8/2018 0 Commenti

Shot di viaggi: "A Vara"

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Se state organizzando un viaggio estivo alla scoperta della Sicilia, sarete già a conoscenza della copiosa quantità di bellezze che questa terra offre.
La trinacria è  anche famosa per le feste folcloristiche che colorano molti comuni dell'intero territorio, in particolare ad agosto, pregne di significati religiosi. Colori, barocco, addobbi sfarzosi, che a volte possono sembrare al limite del kitsch sono le basi di queste feste, che molto probabilmente vi affascineranno.
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Ai piedi dell'Etna, verso l'entroterra siculo, al confine tra la provincia di Catania e Messina, incrocerete Randazzo.
Una "città" toccata dalla grande eruzione del 1981, a metà strada tra le gole dell'alcantara e Bronte, che ha conservato le sue origini medievali.
Il 15 agosto potrete assistere alla processione con "a vara", che siate credenti o meno, vale la pena di vederla per almeno una volta ed essere partecipi di un momento adrenalinico per i protagonisti che costituiscono questo fercolo, alto circa venti metri.. 
Le origini di questa festa risalgono al 1500 circa, quando ogni anno in occasione della fiera del paese, i boscaioli tagliavano il legno per creare il tronco e gli artigiani ne creavano l'allestimento.
Ogni anno ne veniva creata una nuova, perché a fine sfilata i cittadini si contendevano un pezzo della vara, da poter custodire come reliquia e portafortuna.
Molti comuni in occasione del ferragosto sfilano con i proprio carri, la vara di Randazzo è tra le più famose della regione per la sua spettacolarità e suggestionalità. 
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La vara rappresenta l'assunzione di Maria al cielo.
Ciò che la rende unica è la partecipazione di venticinque bambini di circa tredici anni disposti lungo tutto il tronco.
Alla base un argenteo sepolcro aperto colmo di fiori, più in alto S. Tommaso, seguono nell'ascesa gli angeli che a loro volta girano su se stessi attraverso un sistema meccanico comandato dall'interno, fino ad arrivare a S. Michele che "difende" la vergine posta al culmine sotto una croce tempestata di gemme. In passato tutti i personaggi erano impersonificati dal sesso maschile, compresa la Madonna.  
Per circa due ore viene trainata con corde, lungo le vie del centro storico, da circa cinquanta fedeli.
I ragazzi che vi sono sopra, secondo tradizione, sono in rigoroso digiuno dal giorno prima, intonano canti tradizionali insieme alla banda che li accompagna lungo tutto il tragitto e al passaggio raccolgono le caramelle e talvolta banconote che vengono lanciate dalle balconate. 
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“Svevi ed Aragonesi soprattutto, si installarono nella roccaforte e vi lasciarono tracce inconfondibili della loro permanenza:
​pregevoli opere (monumenti, altorilievi, intere costruzioni), ci parlano sì, della loro dominazione, ma anche di una raffinata civiltà che successivamente non fu più superata.
Quella roccaforte, che già aveva assunto diversi nomi, venne chiamata Randazzo.”

Altre foto: Shot di viaggi "A Vara"
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